La chirurgia robotica risulta vantaggiosa nelle procedure mini-invasive e, soprattutto, nell’esecuzione degli interventi più complessi come quelli sulle deformità vertebrali. Facilita l’impianto di mezzi di sintesi (viti e/o gabbie intersomatiche), poiché garantisce un grado di accuratezza e di sicurezza nell’inserimento di tali impianti paragonabile, se non superiore, alle tecniche tradizionali, e risulta anche utile nello svolgimento delle procedure che prevedono l’eliminazione o l’asportazione di osso.

Questo porta a una maggior efficacia e accuratezza dell’intero processo, con diminuzione dei tempi chirurgici e di ricovero.

Una delle innovazioni tecnologiche di cui mi avvalgo spesso durante i miei interventi è la ricostruzione 3D intraoperatoria, definita in maniera generica TAC intraoperatoria. Si tratta dell’esecuzione di un esame a bassa emissione di radiazioni (in modo da tutelare il paziente dall’esposizione ai raggi X) durante la procedura chirurgica stessa, l’apparecchio permette una ricostruzione tridimensionale dell’ambiente di lavoro. Se eseguita prima dell’intervento chirurgico la ricostruzione 3D permette all’equipe di accertarsi di non trovarsi di fronte ad anomalie anatomiche, se invece eseguita dopo la procedura chirurgica permette di avere ulteriore certezza sulla riuscita dell’intervento effettuato. Utilizzare un apparecchio per la ricostruzione tridimensionale rappresenta una tutela sia per il paziente che per il team medico.